Il periodo migliore per una lavorazione su un pino silvestre è sicuramente quello durante la fase di dormienza, che va, a seconda del luogo in cui si coltiva, da novembre a marzo. In questo lungo periodo è opportuno eseguire tutte quelle operazioni che implicano uno stress notevole per l’albero, come ad esempio il rinvaso, le potature drastiche di formazione, le torsioni o le pieghe molto accentuate del tronco e dei rami. In inverno il lavoro nella mia scuola mi impegna per molto tempo e mi trovo molto spesso a rinunciare alla realizzazione delle lavorazioni di rifinitura, proprio perché sono molto lunghe e richiedono una certa concentrazione che non è facile mantenere dopo una lunga giornata di insegnamento.
Da diversi anni ho provato a intervenire sui pini in estate, quando l’albero ha un rallentamento fisiologico e quando ormai il processo di sviluppo della chioma è praticamente compiuto e soprattutto quando il mio tempo dedicato all’insegnamento si riduce. In questo periodo, che da me va dalla fine di luglio a tutto agosto, i germogli primaverili nei pini si sono già completamente allungati, gli aghi hanno raggiunto la dimensione e il colore della maturità e sugli apici possiamo vedere le gemme che si apriranno la prossima primavera.
È necessario che una lavorazione in questo periodo sia effettuata su una pianta che deve essere non solo in perfetta salute, ma che deve avere un ottimo livello di vigore, requisiti che comunque dovrebbero essere presenti per qualsiasi intervento in ogni periodo dell’anno. La lavorazione di un pino in questo periodo porta con sé anche aspetti positivi: uno dei problemi dell’applicazione del filo sui rami in primavera, è quello di doverlo talvolta togliere dopo pochi giorni o al massimo dopo uno o due mesi, senza quindi che il ramo abbia preso la nuova forma. Lo sviluppo dei nuovi germogli comporta inevitabilmente anche l’ingrossamento del ramo e lo schiacciamento del filo sulla corteccia. Se invece noi avvolgiamo dei rami in questa fase dell’albero, il loro sviluppo è praticamente finito, l’ingrossamento sarà molto più contenuto e non sarà necessario rimuovere il filo. Il ramo avrà quindi la possibilità di mantenere la nuova forma per un lungo intervallo di tempo, da agosto ad aprile, praticamente nove mesi e in un periodo importante dello sviluppo della pianta, la così detta lignificazione autunnale, che avviene più o meno da settembre a novembre; in questo ciclo vegetativo, il legno consolida la sua struttura.
Mettere il filo su un ramo non è cosa da prendere alla leggera, l’avvolgimento richiede inevitabilmente un lavoro di riduzione della chioma, dovendo eliminare buona parte della vegetazione dell’anno precedente e se l’intervento è fatto da mani poco esperte, può portare a piccole o grandi incrinature. È opportuno, dopo la lavorazione, portare l’albero in una zona riparata del giardino, dove sia protetto dal vento eccessivo e dal sole diretto, possibilmente presente solo nelle ore più fresche del mattino.
Sconsiglio ai principianti di intervenire in questo momento sul pino mugo, che viene colpito da tracheomicosi se, con temperature elevate e alto tasso di umidità, si trova a superare stress importanti. Ritengo che sia comunque necessaria l’esperienza diretta, se siete ancora poco esperti forse è opportuno aspettare l’autunno per intervenire sui vostri pini, ma se ve la sentite, per la prima volta vi suggerisco di provare su un albero non molto vecchio e non particolarmente prezioso, in piena salute. Buon lavoro.
articolo a cura di Edoardo Rossi © riproduzione riservata